Le previsioni del Fondo Monetario Internazionale per il 2020

In un rapporto atteso da molti, il Fondo svela le sue agghiaccianti previsioni: una recessione globale del 3% per l’anno in corso, con un rimbalzo del 5,8% nel 2021. Mentre per l’Italia si parla di una contrazione del 9,1% per il 2020, con un rimbalzo del 4,8% nel 2021.

«La perdita cumulata in termini di Pil tra il 2020 e il 2021 – scrive nel suo blog la capoeconomista dell’Fmi, Gita Gopinath – potrebbe essere di circa 9mila miliardi di dollari, più grande delle economie di Giappone e Germania insieme». Il Pil pro-capite scenderà quest’anno in 170 Paesi.

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Tutti i dati:

L’Italia è uno dei paesi più colpiti, infatti in Europa, solamente la Grecia accuserà un calo peggiore (10%). Uscendo dai confini europei, secondo l’Fmi, solo tre paesi accuseranno una contrazione maggiore: il Libano (-12%), il Venezuela (-15%, che però segue il -35% del 2019) e Macao (-29,6%).

Nell’Eurozona, l’Fmi ha raccomandato interventi decisi nei confronti dei Paesi più colpiti, dopo la previsione di un calo del Pil del 7,5%.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, la contrazione sarà del 5,9%, alla quale seguirà una crescita del 4,7% nel 2021. La Cina invece rimarrà con il segno più, fermando comunque quest’anno la sua crescita all’1,2%, per poi risalire oltre il 9% nell’anno successivo.

La peggiore recessione da quasi 100 anni

Nella prefazione al rapporto, Gopinath ribadisce che la recessione generata dalla pandemia «non ha precedenti» e fa impallidire quella legata alla crisi finanziaria globale: nel 2009, la flessione fu dello 0,1%. Come ha già detto il direttore generale dell’Fmi, Kristalina Georgieva, quella in corso sarà la recessione più severa dalla Grande depressione del 1929.

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Crisi 2020: ripresa incerta

Come possiamo vedere dai dati la realtà che ci attende è dura, ma oltre a ciò, anche la ripresa del 2021 è in bilico; questo perché non si può prevedere quando terminerà la pandemia.

Lo stesso Fmi avvisa che i dati potrebbero essere di molto peggiori, ” se la pandemia e le misure di contenimento dovessero prolungarsi, se l’impatto sulle economie emergenti fosse più severo, se lo stress finanziario persistesse, se fallimenti d’impresa e disoccupazione innescassero un effetto panico”.

Sarà determinante, per mantenere questi numeri, debellare la pandemia entro la seconda parte del 2020.

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La disoccupazione

Lo shock avrà un impatto pesante sul mercato del lavoro. Per l’Italia, il Fondo prevede una disoccupazione in aumento dal 10 al 12,7%. In Portogallo, il tasso raddoppierà a quasi il 14%. In Spagna salirà al 20,8%, in Grecia al 22,3%. L’Eurozona nel suo complesso vedrà i senza lavoro salire al 10,4%, con la Germania virtuosa che resta sotto il 4%.

Drammatico il balzo negli Stati Uniti: dal 3,7% del 2019 al 10,4% del 2020. Al rallentamento dell’attività economica si accompagnerà una generalizzata gelata sull’inflazione, con indici dei prezzi allo 0,2% nell’Eurozona e allo 0,6% negli Usa.